2013 Hampi, Progetto dell’Unesco per ill rinnovo del territorio. Una donna lava le stoviglie, sotto il tempio di Virupaksha.
Sulle rive del fiume Tungabhadra nello stato del Karnataka a sud dell’India appare come un miraggio: Hampi.
Situata fra le rovine dell’antica città di Vijayanagara, Hampi appartiene al patrimonio dell’UNESCO dal 1986 è diventata meta prescelta di Sadhu e di hippies negli anni della beat generation sino ai giorni nostri.
Durante questi anni, famiglie indiane provenienti dalle zone più povere si sono insediate nella zona archeologica, costruendo le loro abitazioni tra le rovine e templi, piccole guest-house e ristorantini per i viaggiatori e pellegrini.
Nel 2013 l’UNESCO ha iniziato il progetto di Hampi, sul rinnovo del territorio, abbattendo tutto ciò che era costruito nelle zone archeologiche, tra cui le piccole abitazioni, guest house e ristorantini, lasciando la popolazione in gravi difficoltà.
Oggi Hampi, appare come un cantiere a cielo aperto, gli operai lavorano incessantemente notte e giorno per demolire e lavorare alla costruzione di una superstrada e ai nuovi Resort rivolti ad un turismo d’elite.
Sicuramente il ritmo della vita da cui arriviamo noi occidentali è totalmente diverso da questi luoghi legati al ritmo della terra, delle stagioni e della vita di villaggio, non ci sono palazzi ma immense distese di riso, non ci sono macchine ma carretti e buoi…
Nella pace del fiume che scorre sui sassi levigati dal tempo, mentre le donne stendono lunghi sari ad asciugare al sole cocente assistiamo al nuovo che arriva…
Shobha:
Ha lavorato per anni su Hampi, raccogliendo storie di ordinaria quotidianità.
Nel 2013 ha continuato il suo racconto con l’inizio dell’abbattimento dei luoghi abusivi di Hampi.
La cucina era il cuore di queste piccole abitazioni, collocate tra meravigliosi templi.
All’interno di queste piccole cucine, altarini, divinità e foto di antenati vicino al piano di cottura, parlavano di trad