BARBARA MERLO
“Le melanzane mi hanno lasciato”… l’avrei scritto in siciliano ma non lo so...
Con questa espressione usata da un abitante di Levanzo per descrivere il proprio orto potrei riassumere la mia esperienza dei giorni del workshop.
A Levanzo ho provato nuovamente l’emozione di quando, da bambina,
non percepivo l’esistenza di limiti ma bensì la relazione fra il tutto, semplice e accessibile tanto da pensare di poter raggiungere le stelle.
E ciò accade quando ciò che ti circonda, animato o no, diviene parte di te e viceversa, senza separazione.
Con Shobha ho imparato che si può.
Basta stare in ascolto del proprio cuore, leggera e, in quell’attimo sospesa, assorbire con la macchina fotografica l’immagine che ti si presenta agli occhi. Complice un mare tempestoso, mi sono lasciata vivere da Levanzo in assoluto legame con questa meravigliosa terra e indomito mare.
Barbara Merlo
NICOLETTA MARINO
Arrivata a Levanzo, incontro le mie compagne di viaggio, ognuna di NOI ha le proprie passioni, talento e abilità e ognuna ha qualcosa di unico. Questo è un LUOGO che sembra SENZA TEMPO come i racconti in barca del marinaio Salvatore, è SOLITARIO come la pineta dove meditiamo,
è IMMUTABILE e POSSENTE come lo scoglio in mezzo al mare.
Lungo la via del Faraglione incontriamo due anziane signore ci parlano di viaggi in posti lontani, di cavalli del vento e tutte NOI iniziamo a sognare. All’improvviso una mareggiata, l’isola ci imprigiona, le onde si sollevano e s’infrangono sulle rocce, è una musica dal ritmo ipnotico, cielo e mare e tutto lo spazio infinito diventano blu profondo, sul viso lacrime e sale, accettiamo l’energia dei gabbiani, ci predisponiamo ad apprendere nuove conoscenze, a lasciar andare le paure con coraggio.
Chi siamo NOI? Siamo dee, sciamane, streghe, curandere, visionarie, seduttrici, ribelli: siamo DONNE. Siamo alleate, complici, consapevoli, creative, libere, forti insieme: siamo SORELLE. Siamo CONNESSE IN CERCHIO indipendentemente dalle nostre origini, dalle nostre esperienze di vita, dalla spiritualità. Chiudiamo gli occhi, respiriamo profondamente, danziamo, facciamo fluire emozioni positive.
Doniamo vibrazioni di gioia e di amore in armonia con la natura e il suo eterno ciclo di vita e morte.
Siamo SACERDOTESSE, troviamo il nostro altare e lì celebriamo riti antichi, evochiamo ed onoriamo gli avi, invochiamo protezione e benedizione. Siamo IN CAMMINO, percorriamo insieme il sentiero del Sacro Femminile, un magnifico cammino basato sulla guarigione dell’anima.
Nel mio sogno, al bordo di una strada, al margine di una radura, vedo spuntare in segretezza un cespuglio di rosa canina: selvaggia, resistente, seducente! La sua immagine è poetica, la sua bellezza ispiratrice, il suo potere magico mi trasforma in una fata, etereo spirito, non provo più angoscia, rabbia, ansia. Adesso so che mi trovo qui ed ora per una ragione, riesco ad immaginare tutti quei progetti per qualche motivo irrealizzati, ho il cuore leggero, la coscienza in pace, ho rispetto per tutto quanto esiste, visibile o meno.
Alla fine di questo viaggio onirico, m’inchino sorridendo con le mani giunte al petto piena di gratitudine.
Ora conosco la via per il risveglio, la crescita e l’evoluzione!
All’alba è tornato il sereno, è giunto il momento di tornare a casa, è tempo di destarsi!
Nicoletta Marino
STELLA LO GIUDICE
La natura mi ricorda te, le giornate di mare passate insieme, i giochi a chi stava più sotto l’acqua o le lotte a chi cadeva prima in cui tu perdevi sempre per me.
Le giornate a cercare animali; come lumache e quel gatto dopo un sonnellino che non faceva altro che guardare il pesce fresco appena pescato, affamato.
Il rumore delle foglie e del mare che si scontra con gli scogli, questo mi ricorda solo te.
Stella Lo Giudice
ISABELLA THOLOZAN
L’Isola che non c’è
È l’isola che non c’è il mio sogno, fatto dai colori del cielo, del mare, della terra arsa e calcificata dal sole e dal vento.
Un posto remoto, irraggiungibile, lontano dal vacuo mondo fatto di caos e solitudine.
Un’isola dove la vita ha un senso compiuto, carnale, dove ritrovo rimandi familiari, dove il dolore e il piacere si fondono in un’unica sostanza,
dove le mie spaccature riemergono nelle rocce in continuo cambiamento.
Un rotolare di sensazioni controverse sulle quali il mio sguardo si pone ritrovando pace.
È così che il mare lenisce le ferite procurate dai nidi spinosi, le lacrime raccolte e bevute, i semi perduti.
In essa ritrovo il ritmo di vita e morte, dove tutto ha un senso, anche il disfarsi della materia diviene momento di gioia perché futura rinascita, affrontata in rapide salite, attraverso strade prive di punti di arrivo, case cieche, scale sospese… naufragi, delusioni, abbandoni.
Sono i segni che ritrovo a mostrami la gratitudine che provo per questo passaggio; aggrappata all’isola che non c’è provo a navigare a vista,
evitando burrasche e scoprendo nuove rotte perché, l’Isola che non c’è sono Io.
Isabella Tholozan
LIVIA MATURI
L’isola, circondata dal mare, dal vento, muove emozioni dal profondo.
Come l’acqua del mare che ora appare ferma e placata, ora spumeggiante e allegra, oppure mostra tutta la sua forza terribile e distruttiva, così le emozioni antiche e nuove fluiscono libere dentro di me, imitando la danza del mare.
Riportano sogni passati, emozioni che parevano perdute, e mi ritrovo bambina sognante.
Da bambini non si pensa alla vita, si vive; nelle immagini, nelle sensazioni, nei sogni.
La realtà adulta non esiste, esiste solo un incessante fluire inconsapevole tra il dentro e il fuori, tra il fuori ed il dentro.
E allora si vive nella magia di un muro scrostato, di un terrazzo abbandonato, della sinuosità di una foglia, di nuvole nel cielo, del vento, del mare.
Ogni cosa, piccola o grande ha un’anima che parla, racconta storie e riporta a un mondo fantastico, dove tutto è possibile, dove fate e folletti sono tuoi amici.
Livia Maturi
NINA FILIPPI
Questa esperienza mi ha evocato una marea di emozioni e ha richiamato ricordi della mia infanzia, ma anche della mia attuale adolescenza.
Le sensazioni vissute a Levanzo, mi hanno riportato immediatamente a mia madre fin dal primo istante.
Questo viaggio, questa magnifica esperienza la lego a lei, e per tutto il tempo trascorso nell’isola, avrei voluto che fosse con me.
La pineta mi ha riportato ai miei amici, che come con mia madre, avrei voluto fossero con me a condividere questa bella esperienza e poter archiviare insieme una serie di ricordi dovuti a quel posto.
Appena messo piedi in pineta il rumore dei bastoncini di legno che si spezzavano quando venivano a contato con le scarpe, mi ha fatto pensare alle fredde giornate di inverno passate con i miei amici. Abbiamo l’abitudine di riunirci nella montagna situata sopra il mio paesino, trascorrendo pomeriggi a scoprire nuovi sentieri e a immergerci nella natura, e questo suono, mischiato al silenzio causato dalla curiosità di scoprire cosa c’è più avanti, caratterizza costantemente quelle giornate.
Un altro simbolo della pineta legato a quel ricordo erano i rami che s’incrociavano fra loro, ricordo una giornata stupenda passata distesa su un prato a guardare i rami che un po’ giocavano tra di loro, insieme alle mie persone preferite.
Questa esperienza mi ha fatto capire che ognuno di noi ha tanto da raccontare e che spesso l’apparenza inganna. Mi sono trovata molto bene, soprattutto perché sono una persona che ama ascoltare e s’incuriosisce facilmente, e vedere tutte queste belle donne con una marea di storie da raccontare, mi ha preso totalmente.
Inoltre penso che la parte più bella di questa esperienza sia stato il tempo, nonostante io sia una che odia le giornate nuvolose.
Se fosse stata una giornata soleggiata come tante altre, penso che non avrebbe avuto la stessa particolarità di quello che alla fine è stato.
L’isola ci ha regalato la sua vera essenza e ci ha comunicato cose profonde che porterò sempre con me.
Il mare agitato mi ha riportato a quando con i miei amici d’infanzia giocavo tra le onde e ho sempre visto una bellezza smisurata per il mare burrascoso. L’aria pulita, la natura incontaminata, le onde in continuo movimento e in continuo conflitto, la semplicità dell’isola e la sua complessità, sono tutte cose che insieme hanno creato un ambiente meraviglioso.
Spero di rivivere presto, questa esperienza e chi lo sa magari questa volta con una persona importante al mio fianco.
Nina Filippi
CATIA MASETTI
Viviamo in un sogno e non c’è sogno più bello che vivere a stretto contatto con la natura,
esaltare gli elementi che ci circondano e trovarne una relazione con la nostra anima.
Tutto ha un senso quando ciò che ci governa è un amore incondizionato verso la bellezza che ci è stata donata.
Questi scatti sono un dono a chi ancora riesce a sognare all’interno del proprio sogno/vita.
Catia Masetti
MARTINA REPETTO
Le conchiglie, il mare, il vento hanno suscitato in me pace e armonia. Mi sentivo proprio come a casa.
Il fruscio del vento era come il suono di un flauto che mi accompagnava dolcemente, senza interruzione e con beatitudine come una ninna nanna.
Le conchiglie alle orecchie erano invece il suono della mia tromba che mi dà gioia come nessuna altra cosa.
Il mare, poi, che correvo a vedere appena alzata, con la sua schiuma era ruggente come un leone e mi trasmetteva la sua forza .
Martina Repetto
MANUELA DARA
Anime e Tempo sono al centro di tutto.
Ogni singolo elemento naturale rappresenta per me un’anima, o la personificazione di un abitante dell’isola;
il tempo è scandito dalle onde e dal vento, e gli uomini, gli altri abitanti, lasciano i loro segni, ma non si vedono.
Manuela Dara
“Sono giorni di finestre adornate
Canti di stagione
Anime salve in terra e in mare
Sono state giornate furibonde
Senza atti d’amore
Senza calma di vento
Solo passaggi e passaggi
Passaggi di tempo
Ore infinite come costellazioni e onde”
(Tratto da Anime Salve di Fabrizio De Andrè)
VALENTINA CATANIA
ISOLA TRA LE ISOLE
Infine sono arrivata e sto bene. L’isola mi rassicura, è chiaramente delimitata, so di stare in un luogo preciso e questo fatto mi regala la sicurezza di esserci e di essere.
L’isola è costruita con cura: le rocce, stratificate, formano pareti e in alto sembra di vedere traverse che sostengono piccoli ripari. A volte si aprono improvvise le grotte, invitanti, sembrano luoghi in sui rifugiarsi, ma non sappiamo cosa troveremmo se andassimo dentro, forse il buio potrebbe rivelarsi pauroso, come quando cerchiamo di andare a fondo nei nostri pensieri.
Le strade dell’isola, invece, ci portano e siamo sicure che non ci fanno perdere. Ogni strada resta dentro il territorio e non ci porterà in luoghi troppo lontani: piccole avventure che non mettono in dubbio il nostro esserci.
All’orizzonte altre isole.
Il mare è sempre presente, ci delimita e sembra il luogo della vita. Nell’isola la vita scorre e si rigenera continuamente. Piante, fiori e bambini che corrono e giocano felici, non ci sono pericoli per loro. Eppure ogni pianta a un certo punto cade, muore, per lasciare spazio alla nuova vita. Il mare corrode il ferro e gli oggetti, la ruggine sembra avvolgere qualsiasi cosa resti esposta al sole e al mare.
Nel piccolo, poetico, cimitero le tombe dei bambini sembrano ricordare che la vita, apparentemente stabile, non risparmia terremoti e dolori, e non serve invocare la giovane età, la pena, lo struggimento.
Le altre isole ci guardano e si fanno guardare. Sappiamo che anch’esse sono uno scrigno di tesori sconosciuti, vivono una vita a noi ignota. Altri abitanti, altre piante altre insenature e storie.
Eppure stanno tutte vicine, una all’altra, tornando ne sfioro una, resta sconosciuta. Sono vicine e si guardano l’una con l’altra, da sempre, per sempre. Forse è il vero amore.
Valentina Catania
SIMONA RUSSO
Tutto cambia. Persino le nuvole, persino le onde, persino le rocce,
persino le barche in secca o i porti che guardano l’orizzonte.
Tutto cambia. Persino le rocce. Persino lo sguardo.
L’importante è il faro che ti aiuta a trovare la rotta.
Importante è lo sguardo dal cielo, è affidarsi.
Tutto cambia ma tutto è adesso.
Simona Russo
LUCE LO GIUDICE
Bianco come un sorriso,
Come il guscio di una lumaca,
Come il pelo di un gattino,
Come i petali di un fiore.
Bianco come le nuvole nel cielo,
Come la luna la notte,
Come un gabbiano che vola,
Come la schiuma di un’onda che incontra il vento.
Luce Lo Giudice
VALERIA ZAVANONE
Forte, selvaggia, umida e seducente, la madre isola ti accoglie nel suo grembo che tutto dona, tutto trasforma e tutto rigenera.
Odori di erbe, di pini, di mare, sapore di sale sulle labbra e sui capelli.
La pelle bagnata dall’acqua si nutre di sole, lo sguardo di immenso, la bocca gioisce di sapori.
Sale dentro, forte come il vento, la sensazione di libertà, di bellezza e di potenza.
Mentre piano cresce la consapevolezza di una femminilità arcana riconquistata, nell’emozione di un tutt’uno condiviso, incantato e fecondo. Fecondo come questa terra che cura, come questa isola magica di noi.
Valeria Zavanone
ALESSANDRA MANZELLA
Alberi fitti, asciutti, così vicini e soli. La montagna, il mare si incontrano (o si scontrano?) separano i due mondi.
La massa levigata e mobile sembra una pianura enorme in tempesta, si infrange contro le rocce abbracciandole furiosamente, profondamente.
Rugose.
La poca terra scivola via, come capillari dissanguati, lasciando le rughe sempre più scavate.
Le antiche case, grotte abitate da uomini millenari e abili a sfidare i venti freddi e lo sferzare delle maree.
Nei loro rifugi inalterati e sicuri, si scaldano ai fuochi.
Le piante basse tra le rocce, pelle nuova, nuova vita e suoni nell’aria leggera….
Alex Man
ANGELA SIRAGUSA
RIFLESSI di MEMORIE
Sussurrano tra loro
Tutto è vissuto
Vedo il mare attraverso la finestra e faccio un respiro profondo, sono nell’isola e riaffiorano i miei ricordi, le mie radici.
Divento nostalgica, attraverso col pensiero momenti di allora quando ero bambina.
I ricordi più vivi in treno per andare a trascorrere l’estate in Sicilia dai parenti e dovevamo attraversare quasi tutta l’Italia, un viaggio lunghissimo e scomodo e nella mia mente è apparsa anche il ricordo di una bellissima foto fatta da mio zio con i miei cugini, spensierati e sporchi di polvere e terra che correvamo in campagna.
Torno col pensiero nell’isola, dove scorre il mio sangue, tocco i cespugli di erba nelle rocce che si affacciano sul mare, ammiro lo spettacolo tutto è bello, all’orizzonte la calma è finita, l’onda è agitata riesco a cogliere un momento di euforia, sento il rumore e la forza dentro di me, forte come le emozioni che sento.
Il cielo coperto dalle foglie degli alberi è bianco, il sole è nascosto dalle nuvole sono dentro il bosco, vedo gli alberi di pino con i rami che toccano il celo come i miei momenti di felicità.
IO ESISTO. Mi sento piccola, libera e protetta, tutto esplode nella maestosa bellezza della natura e scatena i miei sensi.
E’ l’isola che riflette nella mia anima e nei ricordi. La bambina che ero si specchia in questo sogno sfocato, riemerso,e oggi mi sento un albero con le braccia al cielo e sono grata. Questa è la mia esperienza dove ho potuto rivivere sogni riflessi nella memoria.
Angela Siragusa