MOTHER INDIA PROJECT 2014 Workshop individuale a Kathmandu – Nepal
She is The Kumari The living Goddesses
Fra le molte credenze e tradizioni che caratterizzano il Nepal, emerge in modo significativo il culto della Kumari, o Kumari Devi ovvero colei che viene considerata la Dea vivente dei Buddisti e degli Hindu.
La dea bambina, è l’incarnazione della Dea Taleju Bhawani e viene scelta seguendo una scrupolosa selezione in base a caratteristiche ben definite. Prima fra tutte, la Kumari deve appartenere alla casta buddista delle famiglie Newar, gli Shakya residenti a Kathmandu la stessa a cui apparteneva il Buddha. Tuttavia, anche se scelta tra i buddisti viene venerata anche dagli induisti, avendo in tal maniera un largo seguito e molta venerazione.
I requisiti minimi che l’aspirante Kumari deve avere sono soprattutto quelli di godere di una salute di ferro o il non aver mai contratto alcuna malattia. La scelta viene compiuta seguendo un particolare oroscopo e in base a ben 32 attributi di perfezione (battis lakshanas), tra cui il colore degli occhi, la forma dei denti o addirittura il suono della voce. Per valutare la sua forza caratteriale vi è un’ultima prova. Durante la festa indiana di Dashain, nel Kalratri, o “ notte nera”, le giovani candidate devono dormire in una stanza buia tra le teste di capre e 108 bufali sacrificati in onore della dea Kali, con uomini mascherati da demoni che cercano di spaventarla. La bambina che resiste alla paura, dimostra serenità e calma è sicuramente la Dea. La nuova Kumari, una volta scelta deve essere purificata in modo che possa essere un vaso per la personalità della Dea Taleju.
I sacerdoti procedono poi ad una serie di rituali segreti per pulire il suo corpo ed il suo spirito dalle esperienze precedenti. Vestirà sempre in rosso, acconcerà i suoi capelli in un alto nido (come simbolo della cupola di un tempio) e avrà sempre l’occhio di chakchuu, o “occhio di fuoco” disegnato al centro della fronte come simbolo dei suoi speciali poteri di percezione e divinazione. Verrà detronizzata all’arrivo del primo mestruo o a seguito di perdite di sangue o malattie.
Questa tradizione centenaria, che viene tramandata ancora oggi, non ha mai visto cambiamenti nei riti e nella tradizione, ma a sostenere che “l’eccezione conferma la regola”, nella città di Patan, ormai da molti anni, convivono due Kumari: la Kumari ufficiale, attuale Unika Bajracharya e la sessantaquattrenne Dhana Kumari Bajracharya. Nata nel 1950, Dhan Kumari Bajracharya era diventata Kumari all’età di appena due anni e mezzo. Nonostante il passare degli gli anni, il suo ciclo mestruale semplicemente non ha mai avuto inizio, e così i criteri per rimuovere la Kumari dalla sua posizione non vennero applicati su di lei. In occasione del workshop fotografico con Shobha e con la preziosa assistenza di Soraya a Kathmandu, una serie di circostanze concatenate fra loro mi hanno spinto ad approfondire la storia della Dea Kumari, grazie all’unicità degli avvenimenti e alla gentilezza delle persone incontrate è stato possibile. Sicuramente è stata un’esperienza che mi ha permesso di approfondire la cultura femminile di questo paese così ricco di storie, tradizioni e spiritualità.
Donne che benedicono donne, donne che celebrano le donne, donne che si sacrificano per le donne, donne bambine che vivono col mito della Dea. E’ solo grazie a tutte queste donne, madri, sorelle, amiche, che abbiamo potuto vivere questo intenso progetto con gioia ed emozione. Grazie a Bidur Chhtri e a tutti coloro che mi hanno aiutato a raccontare questa storia: “ She is The Kumari- The Living Goddesses”
Namaste
Viviana Corvaia
VIVIANA CORVAIA Nasce a Palermo il 17/01/1986. Scopre la fotografia giovanissima e approfondisce frequentando a Firenze corsi di fotografia di base e tecnica digitale. Nel 2013 frequenta con Mother India School il workshop “ Raccontami una storia” dove vince il premio “Letizia Battaglia – Donne che raccontano le donne” con un racconto delicato su Emma giovane donna della Costa D’Avorio che vive a Palermo.
MOTHER INDIA PROJECT 2014 Workshop individuale a Kathmandu – Nepal
She is The Kumari The living Goddesses
Fra le molte credenze e tradizioni che caratterizzano il Nepal, emerge in modo significativo il culto della Kumari, o Kumari Devi ovvero colei che viene considerata la Dea vivente dei Buddisti e degli Hindu.
La dea bambina, è l’incarnazione della Dea Taleju Bhawani e viene scelta seguendo una scrupolosa selezione in base a caratteristiche ben definite. Prima fra tutte, la Kumari deve appartenere alla casta buddista delle famiglie Newar, gli Shakya residenti a Kathmandu la stessa a cui apparteneva il Buddha. Tuttavia, anche se scelta tra i buddisti viene venerata anche dagli induisti, avendo in tal maniera un largo seguito e molta venerazione.
I requisiti minimi che l’aspirante Kumari deve avere sono soprattutto quelli di godere di una salute di ferro o il non aver mai contratto alcuna malattia. La scelta viene compiuta seguendo un particolare oroscopo e in base a ben 32 attributi di perfezione (battis lakshanas), tra cui il colore degli occhi, la forma dei denti o addirittura il suono della voce. Per valutare la sua forza caratteriale vi è un’ultima prova. Durante la festa indiana di Dashain, nel Kalratri, o “ notte nera”, le giovani candidate devono dormire in una stanza buia tra le teste di capre e 108 bufali sacrificati in onore della dea Kali, con uomini mascherati da demoni che cercano di spaventarla. La bambina che resiste alla paura, dimostra serenità e calma è sicuramente la Dea. La nuova Kumari, una volta scelta deve essere purificata in modo che possa essere un vaso per la personalità della Dea Taleju.
I sacerdoti procedono poi ad una serie di rituali segreti per pulire il suo corpo ed il suo spirito dalle esperienze precedenti. Vestirà sempre in rosso, acconcerà i suoi capelli in un alto nido (come simbolo della cupola di un tempio) e avrà sempre l’occhio di chakchuu, o “occhio di fuoco” disegnato al centro della fronte come simbolo dei suoi speciali poteri di percezione e divinazione. Verrà detronizzata all’arrivo del primo mestruo o a seguito di perdite di sangue o malattie.
Questa tradizione centenaria, che viene tramandata ancora oggi, non ha mai visto cambiamenti nei riti e nella tradizione, ma a sostenere che “l’eccezione conferma la regola”, nella città di Patan, ormai da molti anni, convivono due Kumari: la Kumari ufficiale, attuale Unika Bajracharya e la sessantaquattrenne Dhana Kumari Bajracharya. Nata nel 1950, Dhan Kumari Bajracharya era diventata Kumari all’età di appena due anni e mezzo. Nonostante il passare degli gli anni, il suo ciclo mestruale semplicemente non ha mai avuto inizio, e così i criteri per rimuovere la Kumari dalla sua posizione non vennero applicati su di lei. In occasione del workshop fotografico con Shobha e con la preziosa assistenza di Soraya a Kathmandu, una serie di circostanze concatenate fra loro mi hanno spinto ad approfondire la storia della Dea Kumari, grazie all’unicità degli avvenimenti e alla gentilezza delle persone incontrate è stato possibile. Sicuramente è stata un’esperienza che mi ha permesso di approfondire la cultura femminile di questo paese così ricco di storie, tradizioni e spiritualità.
Donne che benedicono donne, donne che celebrano le donne, donne che si sacrificano per le donne, donne bambine che vivono col mito della Dea. E’ solo grazie a tutte queste donne, madri, sorelle, amiche, che abbiamo potuto vivere questo intenso progetto con gioia ed emozione. Grazie a Bidur Chhtri e a tutti coloro che mi hanno aiutato a raccontare questa storia: “ She is The Kumari- The Living Goddesses”
Namaste
Viviana Corvaia
VIVIANA CORVAIA Nasce a Palermo il 17/01/1986. Scopre la fotografia giovanissima e approfondisce frequentando a Firenze corsi di fotografia di base e tecnica digitale. Nel 2013 frequenta con Mother India School il workshop “ Raccontami una storia” dove vince il premio “Letizia Battaglia – Donne che raccontano le donne” con un racconto delicato su Emma giovane donna della Costa D’Avorio che vive a Palermo.