MOTHER INDIA PROJECT 2014
Workshop individuale con Shobha in India (KARNATAKA)
GOKARNA
Sacro e profano insieme come in altre città sacre. E’ una sensazione indefinibile che avvolge e affascina.
Bramini bianchi e arancioni, seriosi e panciuti che corrono freneticamente da un tempio all’altro per fare le “puja” chiedendo in cambio rupie.
Gli imponenti carri sacri in legno scolpiti che stazionano nel centro della città in attesa del festival dedicato a Shiva.
Templi di tutti i tipi per pellegrini di tutte le caste si incontrano ovunque. Templi antichi e moderni che svettano imponenti sulle colline o a strapiombo sul mare, o piccoli in case private, o bui e sotterranei dedicati a divinità: tempio dell’acqua, tempio dei serpenti. Vasche sacre che riflettono l’azzurro del cielo e attendono i pellegrini per le abluzioni purificatrici. Nenie di testi sacri imparati a memoria provenienti dalle numerose scuole braminiche si confondono con il brusio del traffico cittadino.
E tanto altro di sacro si incontra ancora come le cerimonie notturne al tempio di Ganesh con fuochi e tamburi.
Occidentali di tutte le età e paesi per lo più abbigliati in stile “hippy retrò” si aggirano per la città passando da un santuario all’altro o sostando sulla splendida spiaggia a meditare come in ricerca di una verità.
E le donne di Gokarna indimenticabili che sembrano regine. Appaiono in piedi o sedute sulle porte delle loro case come quadri incorniciati. Signorili e belle nella loro dignità non importa se padrone o domestiche o tribali, giovani o vecchie. Sguardi intensi rivolti al passato tenuto in vita dalle immagini degli antenati appesi alle pareti di casa, o sguardi pensierosi verso l’infinito o sensuali rivolti all’uomo vicino.
E le case di Gokarna: misteriose, profonde, linde, con infinite stanze per accogliere le famiglie allargate e spesso dotate di preziosi pozzi per l’acqua.
Al tramonto, silhouette stagliate all’orizzonte di folle festose al richiamo del mare per un bagno propiziatorio.
Germana Dini
GERMANA DINI
Fiorentina di nascita e di vita, viaggiatrice e appassionata fotografa amo definirmi (con una buona dose di ottimismo) “fotografa documentarista” poiché attraverso le mie immagini voglio raccontare storie.
Secondo workshop con Shobha.